Cigno reale Cygnus olor
- Descrizione
Descrizione
Il cigno reale è la specie di cigno più nota (particolarmente in Europa) e ne vengono spesso celebrate l’armonia, l’estetica, l’eleganza e l’accortezza; Il colore preminente del cigno reale è il bianco, essendo bianco il piumaggio del busto, delle ali e del lungo collo (la zona del capo tra gli occhi e il becco è invece nera, priva di piume); le zampe sono grigio-nere, ha il becco superiore per la maggior parte di colore arancione – ad esclusione delle estremità , parzialmente nere – mentre la parte esterna di quello inferiore è prevalentemente nera. All’attaccamento del becco con il capo – solo dall’età adulta – presenta sulla parte superiore una protuberanza nera, più pronunciata nel maschio che nella femmina.
Sesso:
Habitat:
Frequenta le baie riparate di laghi, fiumi e canali, e occasionalmente – specie gli esemplari venuti a svernare dal nord Europa – si può osservare anche in mare a ridosso di estuari o in zone acquitrinose salmastre. Nel selezionare l’habitat dove nutrirsi ed eventualmente stabilirsi, il cigno reale evita specchi d’acqua e terreni adiacenti alberi aghifoglie come il pino; gli aghi di pino infatti, una volta caduti al suolo o in acqua, se erroneamente raccolti con il becco nel nutrirsi – o nell’abbeverarsi – gli risultano pericolosamente indeglutibili, andando – a volte – a formare sotto il becco una sacca con infiammazione, e a impedirgli con ciò la normale deglutizione del cibo, cosa che può causargli debilitazione anche grave. La rimozione di aghi di pino e/o altri eventuali accumuli dal sotto becco dei cigni necessita spesso di competente intervento umano (es: veterinario specializzato).
Elementi umani che immettono gravi pericoli negli habitat dei cigni sono tralicci aerei (nei cui cavi i cigni in volo rischiano di scontrarsi se sono poco evidenti e/o posti lungo traiettorie di discesa o salita obbligatorie per l’ammaraggio o per prendere quota), manufatti e dispositivi che alterino o forzino in modo innaturale o repentino il corso e il livello delle acque (cosa particolarmente pericolosa nel periodo di cova, in cui il nido rischia di venire sommerso o di ritrovarsi pericolosamente lontano dall’acqua), attività e residui di attività di pesca (lenze, esche, ami e piombini, in cui i cigni rischiano di rimanere impigliati o di ingerire nel nutrirsi – es.: residui sui fondali).
Alimentazione:
I cigni sono sostanzialmente erbivori, nutrendosi in natura di piante acquatiche ed erbe dei terreni adiacenti gli specchi d’acqua da loro frequentati, così come di talune foglie della vegetazione limitrofa.
Qualora si voglia fornirgli alimentazione, gradiscono insalata dolce a foglia larga (es. lattuga romana), patate lessate, pastoni di cereali idonei.
Il cibo dovrebbe essere gettato sull’acqua in modo che possano ammorbidirlo e inghiottire acqua con esso; mai dare a cigni cibo in grossi bocconi o senza risorsa d’acqua in cui il cigno possa ammorbidirlo; mai fornire pane ammuffito o avariato. Evitare cracker salati e altri similari snack salati.
Nutrirli a terra è inopportuno, poiché incoraggia i cigni a lasciare l’acqua ogni volta che vedono le persone, il che può esporli a pericolo[6]; più soventemente si crea una mangiatoia a bordo dello specchio d’acqua, o si mette il cibo su un’apposita ciotola galleggiante. Si vedano anche le informazioni al riguardo per il genere Cygnus e per le varie altre specie di Cigno che ne sono parte.
Paese di origine:
Riproduzione:La deposizione delle uova inizia con l’arrivare della primavera. Il nido viene precedentemente realizzato con la sovrapposizione a incastro di rami secchi, giunchi e arbusti vari, in acque basse, calme e di livello sostanzialmente stabile, nelle vicinanze o a ridosso della riva (a volte sfruttando rilievi immediatamente adiacenti, da cui poter accedere comunque direttamente all’acqua), nelle insenature tra i canneti[7] o in altre zone con fondali bassi, in luogo in ogni caso difendibile nei confronti di animali predatori e ostile a loro agguati, generalmente appartato, e immune alle normali potenziali variazioni del livello e del corso delle acque.
I rami secchi e gli arbusti vengono disposti a formare un solido e robusto accumulo su una superficie complessiva tale da far sovrastare adeguatamente la sommità rispetto al livello delle acque (generalmente più di mezzo metro), con un incavo in cima – il cui fondo resta così ampiamente sovrastante rispetto alle eventuali acque sottostanti – che viene infine guarnito con parzialità di piume, in modo da rendere la superficie della nicchia in cui poi verranno deposte le uova adeguatamente morbida e predisposta a mantenere il calore corporeo effuso nella cova.
Nel realizzare la struttura, i rami e gli arbusti vengono incastrati tra di loro – fin dal basamento, sfruttando anfratti di massi, radici e ogni possibile ancoraggio – onde evitare che ad un eventuale aumento delle acque il nido prenda a galleggiare o a sfaldarsi; per tale motivo la superficie su cui viene costruito necessita d’essere tutt’altro che liscia o priva di elementi utilizzabili per incastrare i primi rami al suolo (no lastre di roccia, superfici coese costruite dall’uomo). Il grande diametro del nido dei cigni è dovuto al fatto che i bordi sono realizzati con una pendenza volutamente lieve in almeno un punto, per permettere su quel lato la salita e la discesa dal nido dei genitori nel corso della cova – e dei cignetti una volta nati.
Il realizzare il nido in modo che sia circondato dall’acqua, a tratti anche più profonda di quanto auspicabile per il nutrimento, costituisce per la coppia di cigni il modo per potersi avvalere al meglio delle proprie prerogative di difesa (contro eventuali sgraditi avventori) anche durante il periodo di cova. Talvolta il nido viene realizzato sulla terraferma adiacente la risacca, ad esempio in caso di colonie di più coppie in riserve naturali protette, o dove la sicurezza del luogo sia comunque implementata da altri fattori in sostituzione della protezione naturale costituita dalla realizzazione in acqua (es: tutela dell’uomo, recinzioni, area raggiungibile solo dalla riva, etc.).
La femmina depone dalle 5 alle 7 uova che vengono covate prevalentemente da lei – e a volte con la collaborazione del maschio – per circa 34/38 giorni. Il numero delle uova, nel susseguirsi degli anni, può variare in relazione all’ospitalità del territorio e alle risorse disponibili, ed alla complessiva consistenza e vulnerabilità della specie.
Alcune coppie fortemente stanziali si riproducono anche in assenza di sostenibilità alimentare o territoriale, costringendo poi i piccoli, appena in grado di volare, ad andare altrove; la diversa attività riproduttiva delle varie coppie di cigno reale potrebbe essere collegata, oltre che alla maggiore o minore idoneità alla costruzione e alla tutela del nido delle aree in cui possono accedere durante il periodo dell’accoppiamento, ad un eventuale diverso tipo di alimentazione, sia se indipendente o implementata dall’uomo, che se quasi totalmente dipendente dal cibo prodotto o fornito dagli esseri umani.
A seguito della schiusura delle uova i cignetti permangono nel nido pochi giorni – a volte poche ore – e sono poi rapidamente in grado di camminare e nuotare. La coppia protegge costantemente i piccoli, e durante gli spostamenti spesso la famigliola si muove in fila, generalmente con il maschio a chiuderla mentre la femmina la guida. In acqua a volte i piccoli salgono sul dorso dei genitori senza particolare necessità , cosa che si rivela poi utile in acque potenzialmente ospitanti predatori subacquei che potrebbero altrimenti approfittare della ridotta mole dei cignetti per aggredirli. La protezione della prole dura per circa 5/6 mesi.
L’atteggiamento fortemente protettivo dei genitori verso i piccoli è riconducibile al fatto che nelle prime fasi della loro vita i cigni sono privi delle prerogative di cui possono poi avvalersi da adulti, infatti il collo e soprattutto le ali si sviluppano lentamente durante la crescita, nel corso della quale il cigno reale cambia anche il colore del piumaggio (dal grigio al bianco) e del becco (dal grigio all’arancione e nero), becco su cui infine appare una protuberanza nera all’attaccamento con il capo, più pronunciata nel maschio.
I cigni raggiungono il completo sviluppo – maturità riproduttiva – intorno ai 4 anni di età (anche se possono aver individuato il proprio partner già in precedenza), momento fino al quale vivono spesso all’interno del gruppo familiare (o stormo – “flock”); a quel punto hanno da tempo il piumaggio completamente bianco e iniziano a cercare un territorio dove riprodursi, in loco o anche altrove.[8] A volte i giovani cigni vengono forzati ad andare comunque altrove dai loro genitori o da altre coppie in fase riproduttiva.
Il caratteristico triangolo nero visibile lateralmente sul capo, tra ognuno degli occhi e l’attaccatura verticale del becco, mentre negli esemplari ormai adulti è un equilatero quasi perfetto, negli esemplari ancora in crescita – anche se già con il piumaggio completamente bianco – è invece ancora poco definito, molto assottigliato dalla parte degli occhi.